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Le
dimissioni di Guidi Il pregiudizio di una società
priva di eguaglianza Il
partito repubblicano è un convinto assertore della pubblica eguaglianza, non
potrebbe essere altrimenti, la sua ispirazione fondante è nella lotta contro
i privilegi di classe. Se era facile denunciare questi ai tempi
dell’assolutismo è divenuto molto più complesso combatterli nell’epoca
democratica borghese di oggi. Purtroppo sradicare il privilegio è come volere
diserbare la gramigna dal prato, quella rispunta sempre. Per questo negli
anni il partito ha confidato sempre di più nell’esercizio della legge.
L’unico governo sorretto dalla legge, è la Repubblica, lo scriveva persino
Rousseau. Ci siamo poi resi conto tristemente che esistevano anche leggi che
comunque ristabilivano il privilegio. Ad esempio, quando il Pri partecipava
alle nomine rai, legittimo ma controverso, la sua segreteria finì per
indicare alla guida di un radiogiornale un giornalista di riconosciuto valore
ma non un repubblicano, anzi, con un passato repubblichino. Questo, quando
gli altri partiti nostri alleati nominavano solo i loro affiliati. Il
favoritismo di fazione in Repubblica mina ogni eguaglianza ed è posto alla
base di ogni rinascita aristocratica, quale che sia il sistema politico e
sociale in cui si vive. Se il ministro Guidi avesse mai favorito qualcuno
nella sua azione di governo, sulla base di un qualche sentimento personale,
ciò sarebbe sufficiente perché fosse cacciata dal governo. Il ministro Guidi,
invece, si è dimesso prima ancora di venir accusato e si è dimesso sulla base
non di un fatto accertato, ma sulla base di un semplice sospetto a seguito di
una intercettazione telefonica. Premesso che il suo fidanzato, non è suo
marito, che il suo fidanzato è indagato ma non condannato, che una
conversazione telefonica non può costituire reato, le dimissioni in tale
contesto sono avvenute sulla semplice base di un sospetto. Il ministro ha
dato un segno di eccezionale sensibilità e responsabilità. Il pregiudizio che
mina la nostra società oramai da anni, erodendo ogni senso dell’eguaglianza,
ha invece colpito un altro innocente. Roma, 1
aprile 2016 |
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